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Cavalcavia a rischio crolli, necessario l’impiego di nuove tecnologie di analisi e monitoraggio

Cavalcavia a rischio crolli, necessario l’impiego di nuove tecnologie di analisi e monitoraggio

Il sequestro preventivo di ventidue cavalcavia a rischio crollo sull’autostrada A20 Messina-Palermo, ordinato dalla magistratura nei giorni scorsi, è come l’ennesimo campanello di allarme per la rete viaria e infrastrutturale italiana. Si allunga la lista di ponti, viadotti e infrastrutture che minacciano crolli o che sono sottoposti a limitazioni di traffico al fine di limitarne la capacità portante in attesa dei necessari controlli e degli interventi di messa in sicurezza. La dura lezione impartita dal tragico crollo del ponte Morandi di Genova avrebbe dovuto già spostare l’attenzione dagli interventi a posteriori, spesso effettuati dopo il verificarsi di incidenti e crolli, ai programmi preventivi di monitoraggio strutturale e di manutenzione programmata delle opere realizzate nel secondo dopoguerra. Tanto più che oggi, in aggiunta alle tecniche tradizionali di diagnosi strutturale, è disponibile una tecnologia a raggi X, in grado di analizzare lo stato di salute delle opere di ingegneria civile nel loro stato di servizio, senza alterare né durante, né dopo la prova, le condizioni di lavoro dei materiali e lo stato di esercizio del manufatto. Trattasi pertanto di una tecnica completamente non distruttiva.

La tecnologia in questione è stata sviluppata nell’ambito del progetto ISMERS – acronimo di Idoneità statica manufatti edili dei centri storici ad alto rischio sismico – tra il 2018 e il 2021 dalla Betontest srl laboratori tecnologici e di ricerca di Ispica (RG), in collaborazione con Università del Salento – Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e la XXR_ Tools srl strumenti e soluzioni per diffrazione a raggi X, nata come spin-off dell’Università di Pisa. Il progetto, cofinanziato con i fondi del Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del Programma Horizzon 2014-2020, ha prodotto un significativo progresso metodologico e tecnologico, le cui applicazioni si estendono dai settori dell’edilizia e del rischio sismico nei centri storici (per i quali è nato) al rilevamento di criticità nei viadotti stradali e autostradali e nei manufatti in calcestruzzo armato in genere.


La nuova metodologia d’indagine – fondata sul calibro-correlatore ISMERS di Betontest e il DiffRob®, robotizzato a raggi X del prof. Giovanni Berti – restituisce una mole di dati a livello macro, micro e nanoscopico sui materiali da costruzione. Per interpretare i dati e renderli confrontabili è stato elaborato un sistema di correlazione, basato su principi di intelligenza artificiale a Rete Neurale. Correlando osservazioni ottenute alla scala micro-nanometrica con quelle compiute su scale più grandi, si ottiene un sistema in grado di evidenziare criticità di un edificio o di un manufatto edile, al fine di eseguire interventi mirati di manutenzione o di messa in sicurezza. In particolare, questo nuovo metodo è in grado di determinare, per ciò che concerne il calcestruzzo, la presenza di carbonato di calcio corticale (e dunque abbassamento del pH e potenziali condizioni di innesco o propagazione della corrosione nelle armature), dei silicati e degli alluminati calcici, che sono tra gli indicatori della resistenza; analogamente, nel caso dei materiali lapidei, è in grado di rilevare la presenza di carbonato di calcio e di quarzo, mentre per quanto riguarda l’acciaio rileva sia le tensioni di lavoro che la presenza di ossidi, quali prodotti della corrosione, anche in fase iniziale.

Ci auguriamo – afferma Corrado Monaca, responsabile dei laboratori di ricerca della Betontest – il settore dell’edilizia e dei lavori pubblici recepisca al più presto le tematiche del Life Cycle Assessment (Analisi del ciclo di vita) tipiche dell’industria, anche perché in questo decennio è finito il periodo di vita utile delle opere in calcestruzzo armato. Altrimenti, non avremo imparato nulla dal tragico crollo del ponte Morandi”.